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ALBERTA PIAZZA

 

Veneziana, completo la mia formazione professionale a Milano, frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera. Art director nel settore pubblicitario a Milano e a Roma. In seguito, riprendo a dipingere, partecipando a numerose mostre in ambito nazionale e internazionale. Vivo e lavoro tra Roma e l’Umbria.

Il mio lavoro si sviluppa attraverso la centralità attribuita al rapporto tra segno, colore/natura, memoria/rappresentazione. Le suggestioni e i riferimenti iniziali delle mie analisi pittoriche sono spesso i motivi del frammento naturale, radici d’albero, intrecci di rami e labirinti boscosi. Tronco, Animale, Uomo sono accidenti di una materia strutturale di base che emerge compatta e poi subito si increspa nell’ alchimia dei pigmenti, facendo intuire forme ambiguamente evocative, che contengono figure come ipotesi di lacerazione o di nascita e anche desiderio di fuga da un’astrazione rassicurante. Il processo creativo di cancellature, il dissolversi del materico e il costruirsi delle forme, creano un alfabeto astratto segnico rivelatore di un dialogo interiore che collega un'opera all'altra in un unico grande flusso generativo.

 

 

In un mondo travagliato dai conflitti, dalle guerre e dalle crescenti disuguaglianze,  le emozioni soggettive risorgono più che mai. La donna/uomo non più solamente essere razionale, si trova a contatto con i propri impulsi e emozioni quali la paura, l'ansia, l'aggressività.

Si profila quindi, un soggetto vulnerabile e fragile che crea dei percorsi mentali e psicologici che affondano nell' istinto primitivo e primordiale. Si cercano àncore di salvezza e appoggi irrazionali,  si fa caso ai sogni e ci si affida ai segni che incidentalmente troviamo sul nostro percorso. Ci si crea un "pantheon" di simboli, oggetti-culto, talismani arcaici che ci accompagnino nella nostra esistenza proteggendoci dalle difficoltà.

Da questo contesto nasce il bisogno di lasciare, descrivendola, una esperienza da  trasmettere: attraverso quindi la spontaneità del gesto di colorare l'elemento naturale (ecco il legame con la creta-terra) e  che rimanda a gesti pittorici che ricostruiscono il proprio mondo terreno e spirituale. Lo stesso processo di riproduzione e trasfigurazione che ritroviamo nelle grotte preistoriche, santuari naturali dell'umanità.

Dove forse l'uomo era "spirituale" ancora prima di essere "sapiens".

 

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